Il Re dell’Agnolotto

Il Re dell’Agnolotto

Il Palio dell’Agnolotto – 28 Aprile 2019

Non mi considero una persona falsamente modesta, per natura non sono particolarmente umile, ma in questo caso, dopo la vincita del Palio dell’Agnolotto lo scorso anno, mi sono presentato alla gara con la certezza, l’assoluta certezza, che mai avrei potuto vincere una seconda volta questo simpatico torneo.

Ero pronto a passare il testimone, a consegnare il trofeo con un saluto affettuoso e rispettoso al nuovo vincitore, già mi vedevo sul palco,  la statuetta che mi apparteneva ieri in una mano, pronto a spostarla, magari dopo un simpatico palleggio, sull’altra, per consegnarla al neo vincitore. Mi sarebbe dispiaciuto magari un pochino, ma ci stava. Il ricambio, un nuovo Re. Ci stava.
E invece, dopo aver passato quei minuti nervosi davanti ai fornelli, attento al sobbollire di quel brodo che avevo curato e amato in ogni passaggio, dopo avere preparato le teglie fumanti per la paziente giura popolare e dopo aver impiattato, con estrema cura, il piatto per la giuria professionale, mi sono rilassato e ho aspettato.

Mi ero impegnato nella presentazione per gli addetti ai lavori, una new entry nella competizione, avevo scelto un raffinato piatto quadrato di ardesia nera, per dare risalto al colore dorato e alle trasparenze dei miei agnolotti, li avevo allineati con cura, una fila verticale di cinque gustosi soldatini, li avevo ricoperti con un sugo di brasato, ricco e corposo, per arricchirne il sapore, e poi, così per sfizio, ci avevo aggiunto una cialda dorata di parmigiano croccante. Poi mi ero rilassato. Distaccato. Sono passati dopo di me, ero il numero Due, gli altri concorrenti. Quattordici in tutto. Il meglio della ristorazione nell’Oltrepò. Alcuni nomi altisonanti. Tutto il pubblico, va detto a loro onore, ha accettato i tempi allungati, le file per farsi servire, il doverli consumare spesso in piedi, per scrivere diligentemente il loro voto  sul cartoncino debitamente fornito, forse complice l’ottima scelta di vini rossi generosamente forniti. Come il mio Preludio, di cui sono molto orgoglioso.
Ma ora basta, facciamo breve questa storia di un trionfo non annunciato. Ebbene ho vinto, ho rivinto, e non solo il Premio Re dell’Agnolotto, ma anche il Premio per la migliore presentazione. Due vincite assolutamente inaspettate ma, e lo dico senza pudore, che mi rendono assolutamente, sì un’altro assolutamente, molto orgoglioso.
Sono iniziative come queste, che hanno dietro anche un progetto di beneficenza benefico e amorevole, che fanno bene al Territorio, alla nostra cultura, al gusto e alla gastronomia di questa nostra generosa terra d’Oltrepò.
Grazie amici. Vi aspetto
Andrea